sabato, luglio 15, 2006

La Rabbia e l'Orgoglio

E' arrivato il giorno del giudizio, sentenze già scritte ovvio. Non che necessariamente siano inique, ma senz'altro già scritte. Questo è innegabile. Era un processo (se così vogliamo chiamarlo) che non poteva finire in modo diverso. Ne va della credibilità del nostro calcio, questo è quello che dicono. Credo che senz'altro le aspettative della stampa sono state soddisfatte, e anche la credibilità per lo meno internazionale del nostro calcio è al sicuro. Ma la credibilità interna? Dalle ceneri dell'ancien regime moggiano sarebbe dovuto nascere un nuovo calcio. Bel calcio. Organi federali in balia dell'opinione pubblica giustizialista. Politicanti da strapazzo pronti a strappare i loro 5 minuti di notorietà invocando l'inesorabilità della pena o l'amnistia. Tanto per cominciare un nuovo calcio che si rispetti avrebbe dovuto FREGARSENE delle incombenze UEFA: pazienza, per quest'anno manderemo solo l'Inter Champions League, ma almeno facciamo un processo come Dio comanda. La requisitoria di Palazzi, tenutasi prima delle dichiarazioni difensive suonava proprio come un -potete dire quello che volete tanto la mia posizione non si muoverà di una virgola, e neanche quella della Corte-.
Durante le scorse "estati calde" del calcio diffidavo da chi ricorreva al TAR. In realtà non conoscevo bene la realtà dei fatti e soprattutto la qualità del procedimento sportivo. Trattasi di un diritto barbaro dove la difesa è un elemento puramente decorativo (audizione di testimoni, ascolto in pubblico delle intercettazioni, tempi tecnici per la difesa brevissimi). Tutto dominato dalla fretta, che vorrebbe essere sinonima di certezza e inesorabilità ma è solo portatrice di sommarietà. Presentare ricosro al TAR per le società in questione non è altro che riappropriarsi del diritto alla difesa: qui è negato, al TAR è, grazie al cielo, garantito per legge. Si obietterà che le garanzie previste dal Codice di Procedura Penale non devono essere necessariemente presenti anche nel rito sportivo: lì la pena concerne la libertà dell'umo, qui la serie in cui Juve e Fiorentina giocheranno. E' vero solo in parte. Da un lato senza un effettivo diritto alla difesa un processo semplicemente non è tale, in secondo luogo non sottovalutate le sanzioni. Il Milan ad esempio, quella che sembra uscita meglio dal procedimento, con l'esclusione dalla Champions League in realtà ha anch'essa subita una pena gravissima. Perdere i soldi dell'Europa riducerebbe il fatturato del club del 10%. E figuratevi chi è sceso in B: le squadre economicamente più deboli come la Lazio rischiano seriamente di portare i libri in tribunale. Le pene già così sono spropositate ma quello che i giudici non hanno considerato è che sul piano sostanziale la situazione sarà ancora più grave. Come la mettiamo con i fallimenti, con la perdita di introiti, con la svalutazione dei titoli quotati in borsa...che sono pene accessorie? E poi i giudici. Si è parlato di nomi di prestigio e di chiara fama. E' senz'altro così, chi sono io per criticare Cesare Ruperto, Presidente Emerito della Corte Costituzionale?Eppure...A me nessuno toglierà dalla testa che la lunga Camera di Consiglio altro non fosse che una manovra dilatoria per non dare l'impressione di una sentenza troppo scontata. E poi questi grandi geni hanno voluto ad esempio estromettere il Milan dalle coppe europee. Non esistendo una snzione ad hoc la hanno creata togliendogli44 punti per farlo finire dietro l'Empoli che così occupa la ultima posizione utile per la UEFA. E allora gli esimi giuristi in non so quante ore di camera di consiglio non potevano ricordarsi che l'Empoli non ha la licenza UEFA e la coppa non la può giocare? E questi sono gli uomini che viogliono rifondare il calcio italiano.