sabato, giugno 24, 2006

Confusi e intercettati


Il mezzo di ricerca della prova comunemente conosciuto come intercettazione telefonica sta sempre di più entrando nella vita quotidiano. Ho usato appunto una terminologia tecnico-giuridica per ribadire il concetto che i verbali delle intercettazioni hanno finalità probatorie e non mai possono avere la funzione di soddisfare la morbosa curiosità del cittadino. E' inaccettabile ad esempio, quantomeno moralmente, che per il solo fatto di aver interloquito telefonicamente con il Fazio o il Moggi di turno una persona sia condannata alla pubblica gogna delle prime pagine dei giornali. Si sente tanto parlare in questi giorni di regolamentazioni necessarie in questo ambito. Ben vengano! Che senso ha pubblicare sui giornali intercettazioni come quelle riguardanti i commenti su presunte amiche della moglie di Fazio, o le pesanti ironie di Moggi sui figli di Bettega o le battute da caserma del "reale" Vittorio Emanuele. Nutro sinceri dubbi anche sulla opportunità di pubblicare le intercettazioni penalmente rilevanti, ma in questi casi un interese maggiore senz'altro c'è. Ma il gossip, il voyeurismo, la sindrome da reality show, quella sì è inconcepibile. Ma d'altro canto c'è da sottolineare come lo strumento delle intercettazioni telefoniche o ambientali possa essere in certi indagini delicate l'unico mezzo di prova possibile. Evitiamo se possibile di confondere il piano della pubblicazione sui giornali con quello della utilizzabilità processuale. In questo secondo ambito la legge c'è, ed è chiara. Il bene della privacy è sacrificabile solo a favore di irrinunciabili esigenze di indagine, quando la prova non può essere raccolta con strumenti meno invasivi. Nel caso in cui le intercettazioni vengono richieste da un PM troppo pigro, un qualsiasi GIP non deve pensarci due volte a rigettare la richiesta.

Detto questo: la Juve ha concluso il campionato con una caterva di punti. Impossibile essere INTER-cettati.